Onorevoli Colleghi! - Nonostante alcuni recenti interventi positivi (legge 9 gennaio 2004, n. 6), nel nostro ordinamento permane un vuoto: mancano disposizioni adeguate per il caso che una persona, a seguito di un evento invalidante, diventi del tutto incapace di provvedere a se stessa, sotto il profilo della immediata tutela della sua salute e delle correlate aspettative di prestazione.
L'ordinamento vigente, infatti, prevede che una persona possa rilasciare procura ad un'altra affinché questa provveda - anche in via transitoria, e quale conseguenza di una incapacità del rappresentato - al compimento di atti negoziali determinati o indeterminati, ma non viene ammessa la delega al compimento di atti diversi, in particolare quelli che concernono la salute dell'incapace, le scelte degli interventi sanitari più appropriati e il controllo sulla qualità delle prestazioni sanitarie fornite.
L'ordinamento prevede, bensì, la nomina, secondo i casi, di un tutore, di un curatore, di un amministratore di sostegno o anche di un amministratore provvisorio, qualora ad esso il giudice tutelare faccia ricorso in forza dell'articolo 35 della legge 23 dicembre 1978, n. 833. Ma tutte queste figure possono operare soltanto dopo che l'autorità giudiziaria ha effettuato la relativa nomina: il che avviene solo dopo il compimento delle rispettive procedure e perciò, anche con la miglior volontà, in un momento comunque largamente successivo al manifestarsi del bisogno.
Anche il citato articolo 35 della legge n. 833 del 1978, relativo ai trattamenti sanitari obbligatori, non offre rimedio alla situazione in esame, perché - a prescindere dalla non sovrapponibilità alla presente delle situazioni di fatto ivi considerate - il giudice tutelare può adottare dei provvedimenti urgenti, ma solo in quanto